Sono Dottore in fisioterapia, specializzato in educazione posturale e istruttore di GYROTONIC^® dal 2015.

Atleti e ballerini si rivolgono a me per riprendere il proprio picco di attività più velocemente dopo un trauma, o per migliorare la propria prestazione motoria, capendo meglio le dinamiche che stanno alla base del funzionamento del loro strumento di lavoro: il loro corpo.

Traumi a parte, alcune problematiche meccaniche che insorgono in maniera acuta possono essere legate ad un gesto abituale facile da correggere.

Molti, infatti, arrivano perché hanno dei piccoli difetti posturali che non riescono a risolvere da soli: inclinazioni della colonna, tendenza al varo/valgo delle ginocchia o asimmetrie di coordinazione motoria, nell’appoggio dei piedi, nel passo, problemi nelle varie fasi del salto e della corsa, e nel disimpegno motorio in genere, che varia molto da sport a sport.

Alcuni di coloro che praticano la danza hanno problemi di scapola alata, difetto posturale che limita l’espressività della parte alta del corpo, l’uso morbido e controllato delle braccia, la corretta posizione del collo e dello sguardo, l’allungamento dell’asse corporeo che permette movimenti leggeri ma stabili. Altri accusano problemi alle gambe, causati a volte da una scorretta posizione di “en-dehor”, che va a forzare sulle ginocchia invece di partire correttamente dall’articolazione dell’anca. Assisto anche persone che hanno un’iper-estensione di gomiti e ginocchia, aiutandoli a trovare una linea fisiologica e che non infierisca sul compartimento di tendini e legamenti peri-articolari.

Naturalmente il desiderio di sportivi e ballerini è migliorare la fluidità dei movimenti e tornare in forma per potersi nuovamente allenare appieno.

Per raggiungere l’obiettivo uso molto il Gyrotonic^®, che migliora la percezione del proprio corpo, abbinato ad un approccio di rilassamento mio-fasciale. I due trattamenti paralleli aiutano a muovere segmenti ristretti o dolorosi del corpo, migliorare la percezione della postura, rafforzare i muscoli stabilizzatori articolari.

La terapia manuale si spiega col suo nome: è la terapia eseguita con lo strumento delle mani.

Delle varie scuole esistenti, io pratico quella che segue le orme del professor Lewit di Praga e che poggia le sue basi sul rilasciamento mio-fasciale, cioè allungamento e rilassamento dei muscoli e della fascia.

La fascia si può paragonare ad un guanto, che dà ancoraggio e direzionalità alle catene muscolari. Inoltre, essa stessa possiede delle particolari cellule muscolari che, con il tempo, sono soggette ad accorciamento. Ciò può determinare una rigidità e una postura scorretta che non necessariamente hanno origine nella disfunzione muscolare, ma possono essere il risultato di un lungo tempo passato in una posizione di “disequilibrio” anatomico.

Il rilassamento e l’allungamento controllato, effettuato tramite corrette manovre, può rilasciare punti dolorosi muscolari (laddove quello muscolare è il tessuto più responsivo alle sollecitazioni dolorose) e migliorare il disimpegno motorio dell’intera struttura.

Anche il semplice massaggio trasverso profondo, attraverso una modulazione della soglia di attivazione delle terminazioni nervose dolorifiche, dà buoni risultati in quelle situazioni in cui il dolore è forte e la terapia alle prime sedute.

I problemi che tratto più frequentemente sono legati alla colonna vertebrale: i colpi di frusta sono molti, come i mal di schiena in tutte lo loro forme. Sono comuni anche le cruralgie e sciatalgie, causate da ernie del disco. Poi si vedono molti conflitti sub-acromiali, lo sfregamento cioè del tendine contro l’osso, a livello della spalla, problematica per la quale utilizzo anche il Gyrotonic^®.

L’importante è lavorare nel rispetto di quello che è il limite fisiologico del tessuto in quel momento, andando a perseguire il proprio fine in modo coerente, ma senza offendere la barriera che ci si pone di fronte, cerando invece di oltrepassarla con dolcezza. In caso contrario si scatena il dolore, e si perde il lavoro fatto fino a quel punto.

Il mal di schiena, anche detto lombalgia, se interessa il distretto lombare, può dare irradiazione dolorosa anche agli arti inferiori, soprattutto in caso di ernia del disco. Le cause meccaniche di disagio lombare possono essere determinate dal carico, dalla postura, dalla debolezza muscolare e dalle contratture.

La fase cronica del disagio può durare anni e riflettersi sulla suscettibilità psichica oltre che fisica, sul tono dell’umore, sulla percezione della fatica e dello stress, sulla qualità del sonno.

Il mal di schiena “aspecifico” è reversibile e trae beneficio da trattamenti fisici, atti a riequilibrare il sistema muscolo-scheletrico.

Fondamentale è assumere una postura corretta. Le tendenze posturali variano moltissimo da persona a persona, e possono alterare anche profondamente l’equilibrio biomeccanico del nostro corpo.

La colonna vertebrale ha delle sue curve naturali che sono importantissime per un corretto scarico del peso a terra e per aumentare la sua resistenza agli sforzi. L’esagerazione di una di queste curve può portare a delle situazioni di accorciamento/allungamento eccessivo di catene muscolo-fasciali contrapposte, come anche esserne determinata, a formare un processo di perpetuazione autonoma del problema, che viene dall’abitudine mentale e fisica.

Per rompere questo schema fisico e mentale è utile dedicarsi ad attività che sviluppino il controllo motorio e la percezione della posizione del proprio corpo nello spazio, in modo da “accorgersi” dei propri difetti posturali e contrastarli.

La riabilitazione è pratica esclusiva del fisioterapista. È molto importante, quindi, che egli intervenga non appena possibile, mantenendo il tessuto in movimento, per quanto ridotto, onde evitare retrazioni e aderenze che si dovrebbero poi letteralmente strappare per tornare a muovere il segmento come prima.

Occorre tenere ben presente che la piena articolarità diventa più difficile da riacquistare man mano che il tempo passa.

La mobilizzazione precoce è importante anche per il controllo del dolore, che si può instaurare in una situazione di prolungata immobilità, oltre che per conflitto di tessuti duri e molli.

Spesso le persone che si rivolgono a me per una riabilitazione al movimento, lo fanno dopo un periodo di immobilità prolungata, specie in seguito a fratture, lussazioni o interventi chirurgici ortopedici, o che comunque abbiano necessità di un periodo di immobilità del segmento motorio adiacente.

Le terapie che posso attivare sono varie e diverse a seconda della persona e del problema, ma cerco di mettere l’accento sul mantenimento della mobilità e il miglioramento della stessa in maniera graduale e controllata. L’attenzione va focalizzata su un corretto disimpegno motorio per migliorare la propriocezione e la coscienza del problema, in modo da prevenire possibili ricadute o successivi re-incidenti dati da un atteggiamento motorio non del tutto corretto.

Rispettare ogni step della riabilitazione, non esagerare, non aspettarsi troppo da un giorno all’altro è molto importante. Come altrettanto importante è proseguire con tenacia la terapia, individuando un obiettivo preciso per volta e impegnandosi per raggiungerlo.

Una postura corretta e naturale, non solo porta eleganza, ma anche salute. Molti problemi di postura si riflettono sull’equilibrio dell’intero sistema e possono portare a situazioni di sovraccarico funzionale di alcuni distretti indebolendone altri, cosa che a sua volta facilita il mantenimento della postura errata e rende più difficile correggerla.

La maggior parte delle volte si sfocia poi in situazioni in cui magari vengono fuori piccoli fastidi, che possono ripresentarsi con frequenza maggiore o essere addirittura permanenti. Fastidi che si evolvono a volte fino a diventare veri e propri dolori e impediscono le attività quotidiane.

I difetti più comuni variano a seconda dell’età, del sesso, delle caratteristiche fisiche della persona e delle situazioni psicologiche. Si può arrivare sino allo scompenso di un’intera catena muscolare che risulta sovrasviluppata rispetto ad un'altra.

In genere comunque mi trovo di fronte a persone che hanno problemi dovuti ad un disequilibrio a livello della colonna, in una qualsiasi delle sue curve, se non in più di una. O che non appoggiano in modo bilanciato il peso in statica o in dinamica. O che hanno la tendenza a chiudere le spalle, a tenerne una più alta dell’altra, a inclinare la schiena o il collo lateralmente o a ruotarle.

Come si possono curare i difetti posturali? La teoria è facile, ma è un lavoro che richiede grande impegno. Il difetto posturale, laddove non sia generato da una situazione di patologia accertata, viene infatti determinato dall’abitudine e solo con l’abitudine può essere migliorato e superato.

La parte essenziale sta nel riconoscere, fra altre, la situazione di equilibrio fisiologico del nostro corpo e quella a cui noi invece tendiamo, per poi imparare a raggiungerla o comprendere quanto, invece, ne siamo distanti.

Molti mi chiedono quanto dura un programma standard di correzione.

Purtroppo, una durata unica non c’è, poiché i problemi sono diversi come le soluzioni, e ognuna ha il suo percorso. È proprio la diversità delle persone e delle loro risposte agli stimoli che rende il mio lavoro interessante e sempre nuovo.

Professionalmente, nell’affrontare le terapie di riabilitazione, ho trovato un grande alleato nel Gyrotonic^®, un metodo di movimento basato sulla tradizione dello yoga e delle arti marziali. Con i suoi movimenti che prendono appoggio nella dinamica di tutti i segmenti corporei e l’attenzione ai dettagli che richiede, Gyrotonic^® è un metodo ideale per migliorare la propria percezione motoria e rinforzare la catena muscolare della statica, sempre con movimenti fluidi e dinamici.

Un altro strumento a mia disposizione è quello della terapia manuale, che con una serie di allungamenti e rilasciamenti può portare a risultati veloci e duraturi nel miglioramento dell’equilibrio delle catene muscolari. Una postura corretta e naturale comporta grandi benefici: diminuisce le probabilità di infortunio, migliora la coordinazione e la programmazione corticale dell’atto motorio (processo alla base dell’input di movimento e che determina in modo consistente la coordinazione dei diversi segmenti di movimento) e riduce i disagi legati a una posizione scorretta.

È un metodo di movimento ideato da Juliu Horvath, un danzatore ungherese che, essendosi rotto il tendine d’Achille per un infortunio, ideò una serie di combinazioni di movimenti volte a mantenere allenato il fisico che non poteva più usare.

Gyrotonic^® è un ottimo metodo di esercizio per atleti, sportivi anche a livello dilettantistico, che migliora le prestazioni in un determinato campo del movimento e aumenta il controllo, la coordinazione e la flessibilità di schiena, braccia e gambe. Il metodo investe molto sulla core stability (dei muscoli del tronco, e in particolar modo a quelli profondi dell’addome) e sull’immagine motoria, madre di ogni movimento.

Gyrotonic^® parte dai principi dell’allungamento e del contrasto:

• il primo per mantenere il movimento fluido e privo di attriti;
• il secondo per dare stabilità al movimento stesso e stimolare in maniera più intensa e specifica le catene muscolari interessate da quel movimento, senza estenderla a catene che vengono attivate per istinto e rendono più difficile l’esecuzione di movimenti di per sé semplici.

Gyrotonic^® è usato con successo nelle terapie di riabilitazione: è ideale per chi ha problemi di conflitto articolare, determinati dallo sfregamento dei diversi capi dell’articolazione, e restrizioni motorie dovute ad accorciamenti muscolo-fasciali, in quanto i movimenti sono sempre fatti in allungamento e sotto controllo costante. Il metodo rinforza la parete addominale, la muscolatura dorsale, quella di gambe e spalle, e migliora coordinazione e fluidità di movimento.